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Il rapimento di Elisabeth Smart

  • di PAOLA PISCHEDDA
  • 24 gen 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

di Paola Pischedda

Edward e Lois Smart vivevano nel quartiere benestante di Federal Heights a Salt Lake City , nello Utah , con i loro sei figli.

La sera del 4 giugno 2002, la famiglia, dopo aver partecipato ad una cerimonia di premiazione alla scuola della figlia Elizabeth, tornò a casa e si preparò per andare a letto, dimenticando di attivare l'allarme.

Nelle prime ore del mattino, Brian David Mitchell fece irruzione nella casa degli Smart, intrufolandosi dentro la camera da letto che Elisabeth condivideva con la sorella, Mary Katherine di 9 anni.

Mary Katherine fece finta di dormire e più tardi diede indicazioni su l’uomo: un uomo bianco di circa 30 o 40 anni, dai capelli scuri, con indosso abiti chiari e cappello da golf, sotto minaccia aveva rapito Elisabeth.

Mary Katherine pensò che la sua voce, in qualche modo, le fosse familiare anche se non riusciva a ricordare quando e dove l’avesse già sentita.

Dopo una valanga di pubblicità e una ricerca condotta da decine di migliaia di poliziotti e volontari, gli investigatori brancolavano nel buio fino a quando Mary Katherine non riuscì a ricordare che la voce che aveva sentito quella notte era quella di un operaio che nel 2001 aveva eseguito alcuni lavoretti nella casa degli Smart: un certo Brian David Mitchell.

Mitchell era un predicatore itinerante che in compagnia della moglie Wanda Barzee, sequestrò e stuprò Elisabeth per ben nove mesi.

Una volta rapita, Elizabeth fu portata su una collina nei dintorni della città per celebrare un “matrimonio” simbolico con Mitchell che decise, inoltre, di cambiarle il nome. Elisabeth venne legata ad un albero e costretta a subire ogni tipo di abuso verbale, emotivo e fisico: la ragazza è stata stuprata fin dal primo giorno della sua prigionia, costretta a mangiare spazzatura, a dormire nel vomito e nei propri escrementi, a bere alcolici, fumare sigarette e a guardare la coppia di aguzzini avere rapporti sessuali.


Brian David Mitchell, 49 è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona. In seguito, si è scoperto che la madre di Elisabeth nel 2001 aveva raccolto Mitchell dalla strada e lo aveva portato a casa per fare alcuni piccoli lavoretti. Mitchell aveva trascorso diverse ore a rastrellare foglie e riparare il tetto e proprio durante quel periodo, aveva anche avuto modo di osservare con attenzione la sua vittima prescelta.

Il rapimento di Elisabeth Smart sottolinea alcune caratteristiche che sembrano avere in comune i rapitori di bambini:

1) la possibilità di entrare in contatto, anche solo visivamente, con la loro vittima;

2) la motivazione per il reato è spesso di natura sessuale;

3) La vittima è di solito una donna sotto i 14 anni;

4) il sospettato è un maschio bianco, disoccupato con precedenti penali.

Anche se il presunto sequestratore, Brian Mitchell, era di 20 anni più vecchio rispetto alla media si adatta al profilo criminale ragionevolmente bene.

riproduzione riservata

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