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MITI SUI RAPIMENTI

  • di PAOLA PISCHEDDA
  • 3 gen 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

"Ci sono delle rappresentazioni dell'immaginario collettivo che spesso non corrispondono neanche lontanamente alla realtà, non partono da osservazioni oggettive, ma dal consolidarsi di uno stereotipo", dice Carlo Melegari, sociologo direttore del Cestim, a Reuters.

E’ naturale avere paura di ciò che potrebbe accadere ai nostri bambini e non vogliamo immaginare che proprio le persone che conosciamo potrebbero mettere i nostri figli in pericolo. Ma la realtà è che, secondo le statistiche dell’F.B.I. oltre l’ 85% dei rapitori non sono estranei.

Gli "strangers" appaiono i meno colpevoli; infatti secondo il Dipartimento di Giustizia americano, solo 1 su ogni 2.900 sequestri.

Secondo il Centro Nazionale per Bambini Scomparsi e Sfruttati più di 203.000 rapimenti sono commessi da membri della famiglia, mentre 58.000 sono stati commessi da vicini di casa, capi scout, amici di famiglia o, addirittura, appartenenti al clero.

Solo 90-115 rapimenti, di 261.000, sono commessi da sconosciuti.

Per quanto possa apparire poco gradevole dobbiamo riconoscere che i sequestri più frequenti non sono, quindi, commessi da estranei, ma da adulti sui quali spesso abbiamo riposto, ingenuamente, la nostra fiducia .

Quando uno sconosciuto rapisce un bambino è terribile, spaventoso, inquietante e, inevitabilmente, la tragedia riceverà l’attenzione dei media; ma se un capo scout rapisce un bambino e lo rilascia dopo un'ora o due, non ci saranno cani che attraverseranno il bosco seguendo le tracce molecolari e nemmeno elicotteri che voleranno basso.

La famiglia in questi casi, potrebbe sporgere denuncia, pur mantenendo l'incidente segreto ai media.

La nostra percezione è leggermente distorta perché sentiamo parlare a lungo e in modo estenuante di sparizioni angoscianti più spesso di quanto non si senta parlare di quelle brevi, in cui il bambino viene recuperato dopo un paio d'ore. Tuttavia, ciò non significa che dovremmo ignorare i pericoli che gli sconosciuti possono rappresentare per i nostri bambini.

Anzi, dobbiamo essere diligenti nell’insegnare ai nostri figli ad essere cauti con le persone che non conoscono, ma soprattutto aiutarli a percepire e identificare le situazioni pericolose: naturalmente avere consapevolezza della situazione è fondamentale.

Secondo quanto emerge dall'analisi delle statistiche diffuse dalla Direzione Centrale della Polizia criminale riguardanti le scomparse di minori in Italia, il fenomeno riguarda prevalentemente gli stranieri nella fascia 15-17 anni ragazzi giunti con flussi di immigrati clandestini che fuggono da istituti di accoglienza cui sono stati affidati dai Tribunali per Minori.

Nella stessa fascia d'età, tra gli italiani, prevalgono le ragazze che si allontanano volontariamente da casa per, più o meno, gravi dissidi familiari. Considerazioni, dice il sito della polizia, che valgono anche per i minori di fascia 11-14 anni sia stranieri che italiani.

Tra i minori sino ai 10 anni stranieri e italiani, prevale sempre più la sottrazione da parte di uno dei coniugi, separato o in via di separazione conflittuale o di genitori resisi irreperibili con un minore che il Tribunale per i Minorenni aveva affidato ad appositi istituti o ad altre famiglie.

La Polizia esclude categoricamente che esistano organizzazioni criminali dedite a rapimenti di minori per sfruttamento nel mondo della pedofilia o della prostituzione, o per espianti di organi. La stessa sottolinea come, nell'accattonaggio, bimbi in prevalenza delle comunità di nomadi Rom di origine slava, una minoranza (in crescita specie al Nord) di bimbi marocchini e di minorenni di etnia albanese e rumena vengano "affidati" dalle proprie famiglie ad organizzazioni criminali che li collocano in Italia.

Casi di rapimenti di minori italiani da parte di nomadi non compaiono nemmeno nel vasto archivio dei dati raccolti dal Cestim di Verona (Centro Studi Immigrazione, www.cestim.it) che comprende anche un ampia casistica sulla criminalità.

Quella dei bimbi rapiti da zingari è una leggenda diffusissima: negli anni Settanta, teatro del rapimento, poteva essere un mercato, con una zingara che nascondeva il bimbo sotto le gonne... negli anni Ottanta, negli Usa, la leggenda cambia protagonisti: sono immigrati portoricani e non zingari quelli che fanno sparire i bambini dai centri commerciali. Nel 1993 la storia arriva in Italia: un bambino sottratto dal carrello del supermercato, magari ritrovato con i vestiti cambiati ed i capelli tagliati, irriconoscibile è già pronto per essere portato via...".

In un quadro verosimile, accreditato magari da alcuni elementi concreti, come la microcriminalità o l'accattonaggio tra i nomadi: le storie di fantasia riflettono soltanto le nostre paure collettive.


 
 
 

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